Vhils


Il più grande sguardo sul mare che l’umanità abbia mai dipinto, è questo il dono della Fondazione Terzo Pilastro alla città di Catania e alla Sicilia tutta. A volerlo, il presidente della Fondazione Emmanuele F.M. Emanuele, a realizzarlo Alexandre Farto in arte Vhils, artista portoghese nato e cresciuto a Lisbona, figlio di una città che posa il suo sguardo da secoli su un’intero oceano.

Con il cuore e l’animo in subbuglio si affronta un’opera che sconfina nell’impresa. Il solo pensiero di realizzare il più grande ritratto dipinto al mondo fa tremare i polsi ed è chiaro che all’usuale registro di forze necessarie a fare l’arte, qui diventa fondamentale aggiungere visione, coraggio e determinazione fuori dal comune, quelle caratteristiche che connotano chi apre nuovi cammini, chi sa spingersi più avanti degli altri per illuminare la strada e fare da guida, chi cerca di rilanciare il più lontano e il più diffusamente possibile il lavoro infinito della libertà, le qualità che riflettono questa committenza e chi la guida. Non scambiate per piaggeria questo dilungarci sulla committenza, il fatto è che la committenza pubblica è oramai inesistente e quel poco rimasto non è più in grado di intercettare il presente, figuriamoci il futuro, diventa quindi fondamentale, per un’opera unica al mondo come questa, la committenza. Come per Giulio II o Lorenzo de’ Medici senza ai quali non avremmo le opere d’arte più ammirate della civiltà occidentale. Spiriti visionari con Il coraggio e la determinazione di affidarsi alle culture emergenti, ventiquattro anni aveva Michelangelo Buonarroti quando il Papa della Rovere gli commissionò la cappella Sistina, ventisette Alexandre Farto.

Alto come un palazzo di dieci piani, largo come un campo da calcio, queste sono le dimensioni ciclopiche del ritratto che sorge monolitico dall’acqua antistante il porto di Catania, dipinto sugli otto silos granari in cemento che dal 1964 definiscono, insieme all’Etna e alle cupole barocche, lo skyline della città etnea.

Un uomo che guarda il mare. Ma chi è quella figura? Se vi dicessi che non è importante? Se vi dicessi che è uno, nessuno e centomila? Se vi dicessi che al porto di Catania un vecchio pescatore ci ha detto che guardando il mare la felicità diventa un’idea semplice? Basterebbe? Per il pensiero estetico contemporaneo, la dimensione critica dell’arte rappresenta il criterio di giudizio più diffuso, ma quale apparato critico, quale dispositivo speculativo può spiegare meglio della semplicità dell’opera di Vhils il suo stesso significato?

Fortemente, fortissimamente abbiamo voluto il piú grande sguardo sul mare che l’uomo abbia mai dipinto sulle coste della Sicilia e abbiamo voluto che attraversasse il mediterraneo e guardasse ad oriente, che abbracciasse, la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria,la Giordania Israele, il Libano, le terre da dove sono partiti i popoli che hanno fatto la Sicilia e proprio in Libano, con Vhils, realizzeremo un secondo grande ritratto che guarderà il nostro uomo sui silos del porto di Catania. E la speranza é che gli uomini sappiano che al di là dei tumulti delle civiltà avremo costruito un ponte che tutti, se vorranno, potranno attraversare.