Fabio Petani


FABIO PETANI

Fabio Petani nasce nell’estate del 1987 a Pinerolo. Dopo la maturità scientifica si laurea in Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino con una tesi sulla Arte Urbana e la cultura di strada dalle origini ai giorni nostri.

Questa ricerca lo avvicina ancor più strettamente al panorama artistico torinese e ben presto inizia a collaborare con l’attività degli Street Art Tourino, con lo scopo di far conoscer i retroscena e le particolarità delle murate più importanti della città. Poco dopo entra a far parte, con gli artisti Corn79, MrFijodor, Etnik e il fotografo Livio Ninni, dell’associazione Il Cerchio E Le Gocce (molto attiva nel panorama artistico torinese e non solo sin dal 2001).

Conta diverse collaborazioni artistiche con realtà torinesi e dal 2014 fa parte del team di StreetAlps, un festival di arte urbana che prende forma nelle valli pinerolesi, e dal 2015 del gruppo di Murarte Torino.

Nei lavori è presente una disordinata armonia di linee, forme e volumi che si integrano fra loro con colori tenui e armoniosi miscelati a elementi di rottura. La ricerca analizza l’aspetto chimico e molecolare degli oggetti da cui nasce un lungo lavoro di ricostruzione degli elementi della tavola periodica; una produzione sempre più ricca di particolari per far emerge una complessità organica in continua evoluzione. Ogni elemento chimico, come ogni pianta, ha in qualche modo una connessione con l’ambiente, lo spazio o il contesto dove il murale viene realizzato. Entrambi sono peculiari al decadimento e all’abbandono, ma la natura, invadendo gli edifici in disuso, si riappropria del suo posto e dà origine a un contrasto armonico tra la morte di una struttura e la rinascita della vita.

Allo stesso modo i lavori, principalmente i murales, rappresentano il dualismo vita-morte modellandosi sulla storia dei luoghi e mescolandosi armonicamente ad architetture industriali decadenti e dimenticate. Gli interventi infatti sono realizzati affinché l’opera diventi parte del percorso di trasformazione del muro stesso.

L’importanza del legame fra opere e contesto viene ripresa anche nei lavori su legno, carta o altri supporti alternativi nei quali Petani cerca di lasciarsi trasportare dalla materia al fine di terminare la tavola periodica con un gruppo di opere che raccontino un’alchimia tra arte, chimica e natura.

“Riuscire a creare mantenendo le due parti dell’essere, visibile e invisibile, realtà e fantasia e tutti i dualismi primigeni, porta ad un’evoluzione personale continua. Quando sento la parola alchimia penso in automatico a meraviglia. Una cosa strana, che affascina e viene allo stesso tempo sottovalutata, probabilmente perché non capita. Penso che staccandoci dai pregiudizi o dal pensare altrui sia possibile vedere oltre per vivere davvero in relazione al mondo e guardare il sistema dal di fuori.”

 

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