JBrock Giardini Naxos 2013


L’opera murale rappresenta un serpente, fatto di mani che si mangia la coda fino a chiudere la figura con un dito puntato nella bocca dell’animale. Rappresentazione tra mitologia e iconografia, questo animale da millenni ricopre un ruolo denso di significato nella storia del figurativismo di molte – per non dire tutte – civiltà, così come nell’immaginario di ogni singolo individuo. Opera che tende a stimolare l’idea dello scorrere del tempo, su quel tempo che ci accoglie, che ci ospita e che ci regola: il tempo fuori da noi – o per meglio dire – l’eterno ritorno dell’uguale.